giovedì 9 luglio 2009

per ma non da il ciliegio di zio Luigi

Quello che non leggerete nel libro
Ovvero
Commenti e malignità dei paesani a Scannagalline il giorno dopo la fine delle indagini

Nella piazzetta di Scannagalline, davanti al bar di Carmela la sera d’estate c’è sempre gente. Quando la calura estiva diventa meno opprimente, piccoli, grandi e vecchi di quel piccolo paese si incontrano lì. L’ottantenne col sigaro, il ragazzino col gelato che gocciola sulle scarpe, la mamma col passeggino, uomini che passeggiano, donne che si salutano. Seduti sulla panchina o sui gradini davanti a un portone, in piedi o con lo sportello della macchina aperto e la birra in mano ad ascoltare Giuliano che canta La Finestra. È lì che fanno circolare le notizie meglio di un telegiornale.
«Miche’, hai sentito?» dice uno.
«Che?»
«La Polizia ha scoperta tutta la storia dell’omicidio di Valentino e dei turisti spagnoli».
«Veramente?» chiede un’altro.
«Sìiii, me l’ha detto Peppe, che gliel’ha detto suo cugino che lavora in Questura e gli ha detto di non dire niente a nessuno, e pure voi mi raccomando non lo dite a nessuno».
«E come è stato?»
«Questo mo non lo so, ma m’ha detto che è stato scoperto tutto dall’ispettore Tonino Trivigno, il nostro paesano. Dice che il Questore gli ha fatto i complimenti a Tonino e ha detto che è un brillante investigatore dalla mente acuta».
«Seee, io a Tonino lo conosco da mo. Quello a scuola era un ciuccio di prima categoria, è stato bocciato tre volte in prima superiore perché dormiva in piedi, dopo aver passato la notte a ubriacarsi nella cantina mia. Mentre dormiva con la testa sopra al banco i compagni di scuola gli rubavano il panino con la mortadella e le melanzane e lui non se ne accorgeva nemmeno. Forse ha risolto il caso, ma certamente è stata una gran botta di culo. Come quella volta che ha arrestato Rocco piede di porco. Mo vi devo spiegare che a Rocco non lo chiamano piede di porco perché fa il ladro, ma perché ha i piedi sporchi e puzzolenti. Tonino era di pattuglia e la centrale lo ha mandato a fare un intervento perché avevano visto entrare un ladro in una casa. Quando è arrivato ha trovato la porta aperta e la serratura rotta. È entrato in casa e dopo che ha guardato da tutte le parti se ne stava andando perché pensava che il ladro se ne fosse scappato. Solo che ha sentito così forte la puzza dei piedi di Rocco che insisti e insisti seguendo l’odore l’ha trovato sotto il letto. Capito qual è il massimo del fiuto investigativo di Tonino Trivigno? Mo figurati se è diventato così intelligente da scoprire tutte quelle cose».
«Mah! Che ti devo dire, a me così m’hanno detto e so che nel frattempo s’è pure scialato con un paio di femmine».
«Ma quando mai, non ci credo nemmeno se lo vedo con gli occhi miei».
«Si vede che crescendo è cambiato».
«Una, l’ho vista uscire pure io da casa sua», dice un altro ancora, arrivato in quel momento, «mi sembra proprio domenica... o sabato, boh non mi ricordo quand’era, ma l’ho vista... era pure bona».
«Ma va! Sentite che m’ha fatto una volta. Avevamo 16 anni, ero riuscito ad avere un appuntamento con due compagne mie di scuola che stavano a Potenza ed erano famose che se l’erano fatte tutti... Oddio, no che fossero delle modelle, ma come si dice quando il mare è in tempesta ogni buco è finestra. Mo, io, che lo sapevo che Tonino era timido, gli ho detto, Toni’ mi raccomando non mi fare fare brutta figura, cerca di parlare, di stare una decina di minuti un po’ in conversazione e poi allunga subito le mani che quelle ci stanno.
Una si chiama Carmen e l’altra Donatina, gli ho detto la mattina sull’autobus che ci portava a Potenza, quando le vedi scegli tu, tanto per me è uguale. Abbiamo fatto filone a scuola e siamo andati alla villa di Montereale. L’ho visto subito che la cosa partiva male. Appena ci siamo avvicinati a Carmen e Donatina, Tonino si è fatto rosso rosso in faccia. Appena appena è riuscito a dire il nome quando si è presentato e aveva tutta la mano sudata che quelle se la sono dovuta strofinare sui ggins per asciugarsele. Però, io, visto che lui non si decideva a scegliere, ho preso Carmen, che era quella un po’ più cicciottella e aveva un culo a mandolino che era tutto un programma e me ne sono andato dietro una siepe.
Ma porco Giuda, non era passato manco un quarto d’ora e io cominciavo già a essere a buon punto, che sento Donatina gridare: Carmen, Carmenn dove sei?. Carmen stava zitta che la cosa che facevamo gli piaceva, ma Donatina insisteva: Caaarmenn, Carmenn, dai che si è fatto tardi e ce ne dobbiamo andare?. Tanto ha fatto tanto ha cercato che Donatina c’ha trovato e gli ha detto a Carmen: Io me ne vado che quello è proprio imbranato, non solo non ha detto una parola, ma se ne stava fermo senza allungare nemmeno le mani, quando io mi so’ decisa e l’ho baciato, aveva le mani ancora più sudate e guarda qua, m’ha lasciato una chiazza di sudore proprio sul reggipetto. E che schiiifo!!. Ha girato il culo e se ne andata.
Carmen si è abbottonata la camicetta, m’ha dato uno schiaffo e m’ha detto:Così impari a portare uno così. E se ne andata pure lei... Toni’ ma vafanculo mo per allora».

3 commenti:

  1. Dal sapore italiano, dell'Italia buona e vera.
    Comico e irriverente ma con garbo.
    QUANDO ARRIVA IL SECONDO ROMANZO, che lo prenoto subito!?!

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  2. Francesca se non ci fossi andresti inventata, sei adorabile.

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